Studio Legale Internazionale

lunedì 16 giugno 2014


Nell’ultimo decennio, si sta diffondendo un’avanguardia culturale ed economica nell’ambito della diffusione dei brani musicali, rappresentata da chi non ritiene più la tutela del copyright un meccanismo sufficiente a rispondere ai nuovi schemi economici, oltre che culturali. Questo è un tema che investe anche la materia della proprietà intellettuale, la quale sta registrando dei costi elevatissimi sulle produzioni musicali.

Per tali ragioni, si sta sempre più diffondendo l’utilizzo delle licenze Creative Commons, a cui si può ricorrere per molti generi di opere dell'ingegno come siti web, materiale didattico, musica, film, fotografie, letteratura, materiali per corsi e simili e permettono agli autori di affermare e mantenere il diritto d’autore sulle loro creazioni, concedendo però agli utenti la possibilità di utilizzarle a determinate condizioni.

La licenza Creative Commons è un vero e proprio contratto di licenza tra il creatore dell’opera e l’utilizzatore della stessa, secondo lo schema civilistico licenziante/licenziatario.

L’utilizzo di tali licenze permetterebbe, da un lato, di modulare i diritti connessi alle opere secondo le reali necessità dell’autore; per altro verso, consentono all’autore dell’opera di gestire direttamente tutti i diritti di sfruttamento di natura non economica nascenti da esse.

In quest’ottica, le licenze Creative Commons cercano di coordinare una maggiore libertà di diffusione dei contenuti creativi, non più sottoposti alle condizioni dettate dal copyright.

Il possesso di una licenza del tipo di cui si espone, tuttavia, non esonera l’autore del brano musicale ad adempiere i necessari obblighi nei confronti della SIAE, dato che nell'attuale ordinamento, il diritto sullo sfruttamento e sull'utilizzo diretto delle proprie opere resta di dominio della società di gestione italiana. 

L’unica alternativa alla società di gestione italiana sono le collecting society estere, come la Soundreef, le quali operano come fiduciarie di determinati diritti di sfruttamento di copyright.

Nello specifico, tra i vantaggi  di detta collecting society si annoverano:

- Il pagamento del 68% delle royalty riscosse dall’Organizzatore di eventi entro 90 giorni;
- Il report dei guadagni del concerto disponibile online entro 7 giorni;
- La compilazione digitale del borderò ( o bordeaux);
- L’apertura di un account online;
- La registrazione gratuita;
- La possibilità di registrazione dell’intero tour con previsioni di guadagno royalty.

Ciò detto, si rileva come produrre e commercializzare un disco in Creative Commons non vuol dire, però, cederlo gratuitamente e lasciarlo nel public domain, in quanto ciò potrebbe determinare l’appropiazione indebita da parte di altri. In tal senso, si inserisce l’opportunità del servizio di marcatura temporale (quali Patamu, Copyzero), il quale è un procedimento avente valore legale che permette di attribuire data e ora certa ad un documento informatico, contenente al suo interno l’opera di ingegno che si vuole proteggere e una dichiarazione di paternità dell’opera stessa. Questa consente di tutelarsi legalmente rispetto ad eventuali dichiarazioni di altri, successive in ordine cronologico e, dunque, al plagio. 

In tale prospettiva, è stata approvata recentemente una proposta di legge che di fatto obbliga le società di gestione collettive, come la SIAE, a mettere a disposizione dei propri autori l’utilizzo delle licenze Creative Commons a fini non commerciali. In termini concreti, un autore iscritto alla Società Italiana degli Autori ed Editori potrà scegliere la tipologia di licenza più adatta per ogni singola opera prodotta e depositata, continuando a riscuotere i propri diritti (ad esempio per l’utilizzo di un brano in televisione o nelle trasmissioni radiofoniche) anche se altre creazioni sono distribuite in CC.

Questa importante innovazione potrà tornare utile, ad esempio, nel caso in cui si vogliano organizzare eventi di beneficenza, mettendo a disposizione la propria musica per raccogliere fondi da devolvere ad un particolare progetto, senza pretendere la riscossione dei proventi legati al diritto d’autore su un particolare brano o album. Il testo ha anche l’obiettivo di semplificare la gestione del copyright a livello continentale, soprattutto per quanto riguarda gli usi online (streaming, vendita in formato digitale ecc.) in tutti i paesi europei.

Da ultimo, è dato riscontrare, pertanto, come la consulenza legale nell’ambito della tutela del diritto d’autore delle opere musicali sta divenendo un’esigenza preminente a causa della circolazione delle opere musicali attraverso canali mediatici o informatici, ad esempio le piattaforme di crowfunding, attraverso le quali l’artista si appoggia a una radio, al web, dissemina opere e informazioni sui maggiori social network. Si rende necessario, dunque, garantire all’artista di poter eseguire liberamente le proprie opere e al, contempo, difenderlo da potenziali lesioni dei suoi diritti nello svolgimento della propria attività artistica, guidandolo nella scelta delle soluzioni legali più opportune in ragione della costante evoluzione di tale disciplina giuridica.

Per maggiori informazioni o chiarimenti su questo argomento si prega di contattare l'Avv. Martina Chiello

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