Studio Legale Internazionale

lunedì 30 giugno 2014


Con sentenza n.3017 dell’11.02.2014, la Suprema Corte ha affermato recentemente, un principio ormai consolidato nella giurisprudenza di legittimità, ma che sovente stenta ad essere recepito dai giudici di merito, secondo il quale una corretta applicazione del combinato disposto degli artt. 1284, comma 3 c.c. e 1341 c.c. comporta che l’imposizione di un tasso di interesse superiore alla misura legale, cd. tasso ultralegale, richieda non solo che la relativa clausola sia conosciuta dal contraente debole, quale ad esempio l’acquirente che avrebbe subito l’applicazione degli interessi ultralegali, quanto, al momento della conclusione del contratto, che gli interessi ultralegali vengano predeterminati per iscritto ed accettati, sempre per iscritto, da entrambi i contraenti. 
Per converso, la necessità della forma scritta ad substantiam comporta che, in assenza di accordo sul punto, per mancata sottoscrizione del relativo patto da parte di entrambi i contraenti, non può ritenersi che lo stesso possa validamente spiegare effetto in ragione di una sua conclusione per facta concludentia. 
 La mancanza di tale pattuizione comporta, ai sensi del combinato disposto sopra menzionato, la nullità della clausola stessa laddove prevista, con automatica sostituzione della misura legale a quella convenzionale.

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